Cascina San Marzano Mercurina

Cascina San Marzano Mercurina
2016 PAVIA ITALY
concorso ad inviti - 1° premio

Il recupero di edifici agricoli, come quello della Cascina San Marzano e della Cascina Mercurina, è uno dei grandi temi del paesaggio italiano.

Dopo decenni di abbandono, di degrado o, comunque, di sottoutilizzazione di tali strutture, le nuove filosofie contemporanee, che stanno mutando le coscienze e lo stile di vita a livello globale, indicano, nel recupero delle radici e delle tradizioni, la strada da percorrere.

L’impulso ricevuto è quello di sanare, attraverso un intervento architettonico, un mondo, un modo di vita e di produrre legati alle tradizioni ma anche proiettati verso il futuro.

 

Il complesso delle due cascine si inserisce nell’ immagine della pianura come un segno forte, imponendo la propria sagoma nel paesaggio, scandito dai lunghi filari di pioppi.

I vecchi manufatti impreziositi dal tempo, i paramenti in laterizio, che hanno assorbito gli umori dell’inverno e della nebbia e che sono maturati mettendo in risalto le diversità cromatiche, gli intonaci scrostati e dignitosamente ammalorati, le travi in legno, a volte torte, così come i vecchi coppi, sono i monumenti da proteggere.

Il progetto

Si prevede il recupero della struttura esistente in tutte le sue parti, individuando delle priorità. Mantenere il più possibile dell’antico manufatto, con i suoi umili componenti, che riescono, attraverso le incoerenze e le lacerazioni degli anni, a mantenere intatte le attuali suggestioni. Demolire le superfetazioni che in alcuni casi non permettono una corretta lettura del complesso. Recuperare i materiali e alcune tecnologie per realizzare anche le nuove componenti.

I grandi volumi dedicati alle lavorazioni vengono svuotati per ricollocare al di sotto le nuove funzioni. Nelle strutture con carattere architettonico compiuto, vengono inserite le funzioni richieste nel rispetto della struttura esistente in tutte le sue parti limitando le modifiche planimetriche.

Si vuole rispettare il luogo anche evitando di inserire oggetti estranei alla attuale configurazione. Per questo motivo si integra la piscina con l’edificio stesso riprendendo stilemi di architetture analoghe. 

L’intervento prevede di realizzare nell’area fino ad ora destinata alle lavorazioni agricole, una nuova corte che riprende l’architettura rurale della pianura padana e della dimora complessa a “corte” tipica della Lombardia.

La “Corte Nuova” ha il suo fulcro nel ristorante che è anche porta/passaggio tra le due corti oltre al portico esistente.

In questo nuovo spazio saranno collocate funzioni miste, relax, wellness, fitness, ristorante all’aperto. 

Un luogo nuovo dove incontrare il benessere ed i sapori della tradizione.

Il bosco delle cascine. Forse uno dei pochi brandelli rimasti della foresta planiziale. Piccoli edifici, realizzati in legno, vetro e laterizio. Isolati o organizzati in piccoli nuclei possono contenere alloggi per l’agriturismo, spazi per il benessere o per il fitness. Si vogliono riprendere alcuni temi della architettura tradizionale, come i graticci realizzati in mattoni di recupero che fungono da frangisole o da schermature per evitare l’introspezione.

 

CLIENTE: Fondazione Darefrutto

ARCHITETTURA: mp2a architetti associati, Andrea Marazzi, Dario Ciurlia